Poche cose hanno influenzato l’immaginario del viaggiatore occidentale quanto l’avventuroso itinerario che va verso l’Oriente seguendo la Via della Seta. Un percorso che per secoli ha rappresentato la via per un mondo lontano e misterioso, pieno di pericoli e di tesori, una via percorsa da avventurosi mercanti e da impavidi esploratori. Tante le leggende, i racconti, la meraviglia. Uno dei personaggi che più hanno incarnato questo mito dell’esplorazione dell’Oriente è l’italiano Marco Polo. Nato a Venezia nel 1254, Marco Polo dedicò la sua vita all’esplorazione, raccogliendo le sue avventure e le sue osservazioni nel Milione. Partito nel 1271 torna dopo 17 anni dal Catai, nome che all’epoca indicava l’odierna Cina, e porta con sé stoffe, sete, usanze orientali, anche nuovi passatempi, come i giochi di carte. Marco Polo e i suoi compagni di viaggio, infatti, si riprentano a Venezia dopo tanti anni indossando consunti abiti sbrindellati, ma di ottima seta, proprio secondo la moda dei mongoli (o tartari, come si chiamavano allora) e avendo assunto «una certa indescrivibile somiglianza con i tartari sia nel comportamento che nell’accento, avendo dimenticato quasi completamente la lingua veneziana». Chi li osserva non sa che Marco Polo in quegli anni era diventato addirittura consigliere e ambasciatore del grande Kublai Khan, nessun europeo dell’epoca poteva immaginare nulla delle sue mirabolanti avventure.

Caravane_Marco_Polo
SOURCE: Wikimedia

Oggi la globalizzazione, i mezzi di trasporto e di comunicazione rendono il nostro mondo molto più piccolo, più accessibile e riescono ad avvicinare culture che fino a pochi secoli avremmo considerato distantissime. Il fascino dell’esplorazione però non viene meno e anche adesso è ancora possibile seguire le orme degli antichi esploratori che viaggiavano lungo la Via della Seta.

Ci sono molte possibilità di pianificare viaggi, sia individuali che di gruppo, seguendo itinerari che permettono di penetrare gli immensi e selvaggi spazi dell’Asia Centrale con treni e corriere. Un viaggio sicuramente non semplice, adatto a pochi coraggiosi capaci di barcamenarsi tra disagi e difficoltà di ogni genere, ma che rappresenta un’esperienza unica. A chi intraprende questo percorso si apre infatti una realtà completamente nuova: vedranno le affollate città della Cina orientale, potranno lambire l’immenso deserto del Gobi per entrare poi in Sinkiang, una regione ricchissima di storia, di bellezze naturali ed entrare in contatto con popolazioni che conservano ancora oggi tantissime usanze tradizionali.

Non può mancare una visita alla grande capitale Beijing, nota in Italia come Pechino, si possono visitare le Grotte di Yungang e i monasteri di Huayan, Shanhua e il Muro dei nove draghi. Una via che è anche un percorso mistico porta dalla strada per Wutaishan agli antichi monasteri di Longquan, Nonshan, Xiantong e Pusading e proseguendo per Taiyuan al monastero di Chongshan, di Jingci, oppure a Pingyao antica città cinese patrimonio dell’umanità Unesco. Si può quindi giungere a Xian per ammirare il sorprendente e leggendario Esercito di Terracotta. Gli appassionati di storia non possono assolutamente perdere il villaggio neolitico di Bompo. Viaggiando verso ovest si può dunque raggiungere Lanzhou e in bus Xiae per la visita al monastero di Labrang. Raggiunti gli avamposti occidentali della grande muraglia a Jajuguan, quindi si giunge a Dunhuang, luogo nel quale Sir Aureil Stein scoprì le 492 grotte di Mogao.

È inoltre possibile ammirare le grotte con statue di Maitreia, le grotte dei giganti: queste statue sono alte una 33 m, l’altra 26 m. Interessantissima la leggendaria Turfan, località in cui un antichissimo regno indoeuropeo portò all’apice i valori della cultura tokhariana, dando luogo ad un sorprendente sincretismo tra la civiltà persiana e quella cinese. Gaogheng Graper Valley, Emin, Jaoe e Quarachahr sono mitiche località nei dintorni, capitali un tempo di antichi regni: restano le mura di cinta e le snelle colonne ancora in piedi di un grande tempio, ma più ancora si possono ammirare nel museo locale i broccati di seta finemente ricamati risalenti al del IV-VIII secolo d.C.. Si può ancora oggi dormire in una yurta nel deserto e giungere a Kashgar dove Marco Polo, passandovi, annotava che gli abitanti vivevano principalmente di commercio e di artigianato. Antichissimo nodo della carovaniera della Seta che lega l’India, Samarcanda e l’Afghanistan, Kashgar è il punto dove ancora oggi si incontrano tantissime diverse piste carovaniere, tantissime culture e tantissime etnie, un luogo fuori dal tempo in cui possiamo percepire ancore oggi l’atmosfera degli incredibili viaggi descritti secoli e secoli fa nel Milione.

vie della seta
SOURCE: Flickr
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