Oggi vorrei raccontarvi una storia davvero toccante che vi lascerà senza parole. Molti di voi lettori sono inguaribili viaggiatori, proprio come me, ed il solo pensiero di non poter più viaggiare per un qualsiasi motivo, potrebbe destabilizzarci.

Ed è proprio per questo motivo che ho preso a cuore la storia di Roberto Moretti, 62 anni, da 12 anni in sedia a rotelle a causa di un incidente, ma che, nonostante ciò, non ha mai perso la voglia di viaggiare.

Ed è proprio la sua irrefrenabile voglia di viaggiare e di scoprire posti nuovi che, tra maggio e giugno 2015, l’ha spinto a percorrere 350 km lungo il Cammino di Santiago a bordo della sua Genny, rivoluzionario dispositivo altamente tecnologico per la mobilità alternativa.

Era un desiderio di Patrizia, mia moglie. Intraprendere un cammino con lo spirito del pellegrino. E io volevo esserci, vivere il cammino al suo fianco” – dichiara Roberto.

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“Il Cammino di Santiago, non è solo un viaggio, è il Viaggio. – continua Roberto – Richiede forte spiritualità, disponibilità d’animo, ascolto, prestanza fisica ed un pizzico di umiltà.  Anche quella di rinunciare alla forza delle braccia usando un mezzo elettrico (auto-bilanciante) ma così flessibile da portarti lungo ogni sentiero, con sassi, guadi, salite e discese ardite. Libero di andare, con il corpo, con la mente, con il cuore. Libero di compiere il Buen camino. Anche questo è Genny!.”

Roberto e Patrizia hanno sempre viaggiato: la mobilità ridotta di lui non ha mai ostacolato la passione dei due. Ma l’idea di intraprendere addirittura un cammino, nessuno l’aveva mai avuta. “Con una carrozzina normale è molto complicato viaggiare, ci sono mete e modalità di spostamento che sono praticamente impossibili” spiega Moretti. “Utilizzavo la mia carrozzina e mi rifiutavo stupidamente di pensare ad un mezzo elettrico per i miei spostamenti. Ora ho capito che le mie braccia sono fondamentali per conservare la mia autonomia e lo sforzo che faccio per spostarmi con la carrozzina usurano velocemente le articolazioni compromettendo ogni mio movimento, anche in futuro”.

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Questa la motivazione che ha spinto Roberto a provare Genny. Ed è stato subito amore. “Grazie a Genny ho conquistato quel controllo della mia mobilità che mi ha convinto ad intraprendere il Cammino di Santiago“.

Siamo partiti dalla bellissima Leon ed abbiamo attraversato la pianeggiante regione del Pánaro ed i vigneti del Berzio. Abbiamo raggiunto la Galizia scalando il temuto O Cerbeiro per poi giungere a Samos ed il suo monastero, che ci ha mostrato una parte bucolica dove le persone vivono ancora di quello che la terra e gli animali dona loro. Ho visto le mulattiere, passando tra muretti di pietra, castagneti, boschi di giganteschi eucalipti e guadi su lastricati di pietra…”  racconta Roberto.

350 chilometri, da Leon a Santiago, lungo il percorso delle frecce gialle, quello dei viandanti “normali”. Un viaggio ricco di suggestioni, ma anche di difficoltà: attraverso distese di campi, mulattiere, guadi, lunghe salite e ripide discese. “Sapevo di avere un’autonomia di  25 km in piano, distanza che si riduceva se sul percorso trovavo salite particolarmente impegnative” spiega Roberto. “Ho sempre viaggiato al fianco di mia moglie e nostro figlio, solo in due particolari casi ci siamo separati in presenza di gradinate, unico limite di Genny”.

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Roberto racconta di non aver mai temuto di perdere il controllo, nonostante la difficoltà del terreno. Questo è possibile poiché Genny è un dispositivo che trasforma l’utilizzatore in leva di comando. Genny, infatti, assicura libertà di movimento grazie a un sistema di stabilizzazione basato su una rete di sensori elettrici. In sostanza, a differenza dell’uso della tradizionale sedia a rotelle, le braccia e le mani sono libere e Genny reagisce e si muove al movimento del busto seguendo lo stesso principio auto-bilanciante del Segway.

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Il Cammino di Roberto è stata una rinascita: “E’ incredibile! La felicità è stata più forte della fatica. Gustare le sensazioni che si provano camminando, guardare il paesaggio, sentire i sassi, attraversare i boschi, lambire i torrenti e anche il mare mi sembrava ormai impossibile. Ora sto già pensando al prossimo cammino da intraprendere, magari in Italia, magari lungo la Via Francigena”.

Se questa storia vi ha entusiasmato, ascoltate anche il poadcast della mia diretta radiofonica su Primaradio Piemonte in cui ho parlato proprio della storia di Roberto Moretti e del suo Cammino di Santiago.

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