Martedi sono stata al Teatro San Carlo di Napoli con Davide ad assistere all’opera teatrale “Il Barbiere di Siviglia“, tratto dalla commedia di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais e che fu rappresentato per la prima volta a Roma nel 1816 registrando un clamoroso insuccesso al debutto. Ma nel giro di pochi mesi divenne il simbolo stesso dell’opera buffa, tanto da affermarsi prima nei principali teatri italiani, e poi nelle capitali europee dove riscosse l’apprezzamento di Stendhal, Hegel e Beethoven. Ancora oggi il melodramma composto da Rossini è una delle opere del XIX secolo più amate e ritorna in scena a Napoli con una produzione del Teatro San Carlo del 1998, che vede la regia di Filippo Crivelli ripresa da Mariano Bauduin. Direttore Bruno Campanella, che  dirige un cast artistico che conta sui nomi di Bruno De Simone, Roberto Scandiuzzi, Marianna Pizzolato e Simone Alberghini. Maestro del coro: Salvatore Caputo. Splendidi e luminosi i fondali realizzati da Emanuele Luzzati che fanno da cornice alle vicende, ambientate a Siviglia nel 1800, che ruotano attorno al conte d’Almaviva, alla bella Rosina, e ovviamente a Figaro e ai suoi scaltri suggerimenti.

Lo spettacolo è stato molto emozionante e, nonostante le sue 3 ore di rappresentazione, per nulla noioso.
L’atmosfera del Teatro San Carlo, poi, è quasi magica, data la sua lunga storia.
Il Teatro di San Carlo, infatti, fu  costruito nel 1737, per volontà del Re Carlo III di Borbone fortemente intenzionato a dare alla città un nuovo teatro che rappresentasse il potere regio, anticipando di 41 anni la Scala di Milano e di 55 la Fenice di Venezia.
Il progetto fu affidato all’architetto Giovanni Antonio Medrano, Colonnello Brigadiere spagnolo di stanza a Napoli, e ad Angelo Carasale, già direttore del San Bartolomeo, il quale completa la “real fabrica” in circa otto mesi con una spesa di 75 mila ducati. Il disegno di Medrano prevedeva una sala lunga 28,6 metri e larga 22,5 metri, con 184 palchi, compresi quelli di proscenio, disposti in sei ordini, più un palco reale capace di ospitare dieci persone, per un totale di 1379 posti.
Tutti i più grandi artisti prima o poi hanno calcato le scene del Teatro, come Niccolò Paganini che nel 1819 vi tiene ben due concerti, il 26 giugno e il 7 luglio. Un palcoscenico prestigioso quello partenopeo, di cui si è innamorato anche Vincenzo Bellini, che nel 1826 debutta con Bianca e Gernando, opera prima scritta proprio per il San Carlo.
Ancora oggi è possibile vedere il lusso del Teatro settecentesco e sentirsi per qualche ora un nobile del rinascimento! Ed è così che mi sono sentita dalla balconata dalla quale io e Davide abbiamo assistito all’opera musicale!
Per l’occasione ho scelto di indossare: top animalier con rifiniture in pelle Calvin Klein, pantalone di raso nero Sisley, giacca con inserti di perline Vero Moda, tronchetti Pittarello e borsa Chanel.