Il profumo del mare, il rumore delle onde sugli scogli, i tramonti mozzafiato, emozioni che alcuni possono vivere solo in estate, ma che chi vive in una città di mare come Napoli riesce a godere ed apprezzare tutto l’anno, come se l’estate non avesse mai fine, anche quando le temperature si avvicinano allo zero…

San Pietro Bistrot del mare

 

Spesso mi chiedono consigli su un ristorantino romantico dove mangiare pesce fresco direttamente sul mare a Napoli. Mare che ci invidiano tutti, così come il nostro clima, che ci permette di mangiare all’aperto baciati dal sole anche il 15 novembre.

Purtroppo a Napoli città di posti direttamente sul mare, con eccezione del Borgo Marinari, non ce ne sono e bisogna spostarsi verso Pozzuoli o Torre Del Greco, che non sono molto distanti dalla city.

San Pietro Bistrot del Mare

Ed è proprio a Torre Del Greco che si trova un ristorante di nuova apertura, il San Pietro Bistrot del Mare, dal design curato in ogni dettaglio, pesce fresco a vista e terrazza panoramica direttamente sul mare vista Capri ed un tramonto mozzafiato, dove si può mangiare ascoltando il dolce rumore delle onde che scrosciano sugli scogli ed il profumo di salsedine.

San Pietro Bistrot del mare

Il Ristorante, gestito da Antonio e Mariano Panariello, si trova nella zona del porto di Torre Del Greco, direttamente sulla spiaggia nera e a pochi passi dalla scogliera che nei colori ricorda la lava del Vesuvio acquisendo un fascino particolare, tratteggiato con colori insoliti. E’ adiacente all’MM Lounge di cui vi ho parlato quest’estate, proprio lì dove un tempo c’era il noto ristorante di pesce “Chiarina al mare“, noto a tutti i torresi per le sue specialità.

Una scelta certo coraggiosa, ma non improvvisata.

San Pietro Bistrot del mare

La cucina di mare di Antonio e Mariano Panariello è già ben conosciuta per il loro ristorante del porto Taverna ‘e Mare e per il locale New York New York.

Hanno voluto quindi replicare con il bistrot che offre ottimi crudi, la brace a vista nella sala e piatti con il pescato favoloso che il porto di Torre del Greco mette a disposizione giornalmente.

San Pietro Bistrot

 

Qui la pesca è una tradizione antica ed ha sviluppato una ristorazione che accoglie da sempre gli appassionati della cucina di pesce. Non manca la pizza secondo la tradizione napoletana, con qualche variazione personale legata alla passione per il mare e la pesca.  

San Pietro Bistrot del mare

Ci sono stata a pranzo mercoledi 15 novembre, in occasione dell’evento “A tavola con Giolì e Birrificio Ventitrè” organizzato da Marina Alaimo, durante il quale, tutti i piatti del bistrot sono stati preparati usando i pomodorini gialli e rossi del Vesuvio dell’azienda Giolì di Angelo Di Giacomo di San Sebastiano al Vesuvio, quarta generazione di contadini vesuviani che si tramandano i semi, oltre che ai saperi preziosi, di generazione in generazione. Il tutto abbinato alle birre artigianali del birrificio Ventitrè, birrificio artigianale di Grottaminarda, in provincia di Avellino, dove le birre sono realizzate impiegando esclusivamente prodotti selezionati quali malti e luppoli di assoluta qualità. All’interno del laboratorio il 100% del ciclo produttivo avviene utilizzando esclusivamente fonti energetiche ecosostenibili. Il nome 23 deriva sia dal civico del laboratorio di Grottaminarda, sia perchè 23 litri è stato il volume della prima cotta ed ancora perchè 23 è il giorno in cui da appassionati homebrewers diventano birrificio.

San Pietro Bistrot del Mare

Generalmente io sono un’amante del vino, ma mi piace sperimentare abbinamenti insoliti e devo dire che la birra chiara sugli antipasti non ci stava male e nemmeno la birra Urania sul dolce.

Il Bistrot del Mare presenta, però, una vasta carta dei vini ed un’assortita cantina in tutto il corridoio d’ingresso permettendo di scegliere con mano il vino che si vuole abbinare ai piatti.

San Pietro Bistrot del Mare

Intervallai dalle interessanti spiegazioni dell’agronoma e ricercatrice Patrizia Spigno, responsabile del centro ARCA 2010, banca del germoplasma delle varietà orticole e frutticole della Campania e del dottor Scognamiglio, autore di pubblicazioni scientifiche e di articoli a carattere divulgativo su aspetti della Biochimica della Nutrizione e Nutrigenomica, sommelier “per dispetto”, biochimico , specialista in Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione Applicata, Specialista in Patologia e Biochimica Clinica presso il Dipartimento Immunoematologia Università della Campania Luigi Vanvitelli; abbiamo degustato:

 antipasto

Siamo partiti da un Welcome di finger food composto da:

Mini Babà al basilico con acqua di pomodorino giallo del vesuvio Giagiù e fonduta di provolone del monaco; calamaro scottato con pizzaiola fredda di pomodorino giallo del Vesuvio Giagiù; Insalata di pomodorino giallo Giagù pelato con mozzarella di bufala; Montanara con pomodorino rosso del Vesuvio confit e alici di cianciola, in abbinamento alla birra chiara Esperia witbier. Dove già qui si è sentita tutta l’esaltazione del sapore del pomodorino del piennolo del Vesuvio che ha reso i piatti ancora più gustosi.

 Mini Babà al basilico con acqua di pomodorino giallo del vesuvio Giagiù e fonduta di provolone del monaco calamaro scottato con pizzaiola fredda di pomodorino giallo del Vesuvio Giagiù Mini Babà al basilico con acqua di pomodorino giallo del vesuvio Giagiù e fonduta di provolone del monaco calamaro scottato con pizzaiola fredda di pomodorino giallo del Vesuvio Giagiù

Siamo passati poi all’ antipasto: Baccalà appena scottato con chutney di pomodorino giallo del Vesuvio Giagiù su crumble al basilico e limone, anche questo con in abbinamento la birra Esperia witbier. Generalmente il baccalà è l’unico pesce che non amo particolarmente, forse perchè troppo salato o forse perchè sin da piccola è nella tradizione del menu natalizio partenopeo.  Ho trovato questo baccalà, però, davvero molto delicato e dal gusto piacevole. Mi è piaciuto molto l’abbinamento con la sala agrumata.

 Baccalà appena scottato con chutney di pomodorino giallo del Vesuvio Giagiù su crumble al basilico e limone

Il primo piatto è stato invece un piatto tipico torrese linguine con granchio fellone e pomodorini rossi del Vesuvio con in abbinamento Aura belgian strong golden ale. Un piatto che mi ha portato indietro nel tempo e mi ha fatto ricordare la mia infanzia, a quando da bambina andavo con mio padre sugli scogli di Torre Del Greco alla ricerca del famigerato “rancio Fellone”, un granchio più grande degli altri ma dalla polpa squisita, perfetto per le linguine. Bisognava però fare attenzione a non farsi attanagliare, altrimenti erano dolori!

Inutile dirvi che è buonissimo e che per provarlo dovete venire solo a Torre Del Greco!

 Linguine con granchio fellone e pomodorini rossi del Vesuvio

E’ stata poi la volta del Secondo, naturalmente a base di pesce: Palamita su pizzaiola fredda di pomodorino rosso del Vesuvio e spuma di provola con in abbinamento Aura belgian stron golden ale. Non ho particolamente apprezzato l’abbinamento della birra scura sulla Palamita, che ne ha cannibalizzato un pò il sapore, mentre invece ho apprezzato la cottura un pò al sangue e l’abbinamento con il pomodorino rosso del Vesuvio in spuma di provola che l’ha reso delicato al palato.

 Palamita su pizzaiola fredda di pomodorino rosso del Vesuvio e spuma di provola

Abbiamo concluso con un pre dessert di pomodorini gialli e rossi canditi della pastry chef Anna Chiavazzo su cioccolato fondente e sale Maldon con in abbinamento la birra Urania dal sapore molto simile all’orzo.

Pomodorini gialli e rossi canditi della pastry chef Anna Chiavazzo su cioccolato fondente e sale Maldon

Durante il pranzo il professor Michele Scognamiglio ci ha illustrato l’aspetto scientifico e nutrizionale dei pomodorini, della pasta, della birra ed altri prodotti degustati durante la giornata, sfatando un po’ di credenze popolari su certi alimenti, con competenza e ironia, come è nel suo stile. 
Ad esempio ci ha detto che i pomodori sono ricchi di licopene, che è un potente antiossidante, vitamina C e potassio che è un diuretico. 

San Pietro Bistrot

La sovracottura enfatizza le proprietà del pomodoro tant’è vero che il licopene (che si trova all’interno delle cellule della buccia) è contenuto per il 5% nel pomodoro crudo ed il 100% nel ragù della nonna.
 
 
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