A volte c’è bisogno di staccare la spina dal caos cittadino e rifugiarsi in montagna a contatto con la natura ed i sapori genuini di una volta. Eh già, perchè può sembrare banale e quasi scontato, ma io ogni volta che vado in montagna riscopro dei sapori semplici ed antichi che quasi ci siamo dimenticati.

Taburno

Ieri, ad esempio, ho trascorso una giornata a Cautano sul Monte Taburno in provincia di Benevento per osservare dal vivo dalla speciale tecnica di coltivazione della patata interrata, una patata che, dopo la raccolta, viene seppellita fino alla primavera per preservarne tutte le proprietà minerali e lasciarne un sapore genuino e più dolciastro unico nel suo genere!

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Questa patata interrata di montagna era un alimento vitale per la popolazione del Taburno, e  costituisce ancora oggi la base di numerose ricette locali, alcune legate ai pasti che i contadini usavano recare con sé nei campi.

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E, dato che a me il “turismo esperienziale” piace tantissimo, sono stata proprio nei campi ad osservare come, ancora oggi, i contadini raccolgono con la prima luna calate di settembre le patate e, dopo averle collocate in delle ceste di plastica colorata, scavano delle buche profonde 1-1,5 metri per il fabbisogno di una intera famiglia e ci collocano dentro gran parte delle patate raccolte (circa 3 o 4 quintali) per poi ricoprirle di strati di foglie, felci e terreno lungo i cigli che consentono lo scorrimento dell’acqua nel sottosuolo e lasciarle lì riposare fino alla primavera, quando vengono riprese per la preparazione delle gustose ricette sannite.

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Una tecnica che ha radici storiche molto profonde, molto probabilmente risalente al periodo del Brigantaggio e che è stata recuperata grazie alla volontà ed all’impegno di Slow Food e di Giovanni Auriemma dell’Azienda Agrituristica Tasso del Taburno per riportare di nuovo i sapori di una volta sulle nostre tavole.

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Ed è proprio nell’area pic-nic Piana di Prata dell’azienda agrituristica Tasso del Taburno, nel bel mezzo della montagna, che ci siamo fermati a mangiare la colazione tipica del contadino, comodamente seduti su panche e tavole di legno in un’area attrezzata con anche barbecue di pietra dove, chi vuole, può andare a trascorrere anche un piacevole picnic con gli amici in alta montagna respirando aria pura e gustando cibo genuino.

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Ma in cosa consisteva questa colazione del contadino? Ovviamente era a base di patata interrata di montagna mista ai sapori tipici del bosco: funghi, tartufo e latte… sapori che ovviamente in città ci sogniamo perchè, per quanto possiamo fare attenzione a ciò che acquistiamo al supermercato, vi assicuro che il sapore ed il gusto è completamente diverso!

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Dopo un leggero aperitivo a base di falanghina spumantizzata e fettina di pane con salame di cinghiale, formaggio e pomodorino, abbiamo assaggiato il piatto “Terra Mia” realizzato  dallo chef dell’Alleanza Slow Food Pasquale Basile caratterizzato da patata interrata con buccia caramellata, pecorino Stravecchio su biscotto con porcini, rape e rafano preparata, dal sapore semplice ma squisito per poi proseguire con un piatto misto di patate all’insalata, patata schiacciata con peperoni e fagioli con cotica. Piatti semplici, proprio della tradizione contadina, ma dal sapore buonissimo in cui era possibile percepire ogni singolo ingrediente in tutta la sua bontà. Il tutto accompagnato da un aglianico del Taburno della casa.

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Dopo pranzo siamo andati un pò alla scoperta del territorio, in giro per i vigneti Aglianico e Falangina del Taburno Cautano  e degustazione degli stessi presso la cantina “Terre Caudium” in abbinamento ad una confettura di patate.

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Esatto, avete capito bene, un buonissima confettura di patate, così dolce da sembrare quasi una marmellata.

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Ma il Taburno non è soltanto montagna ed enogastronomia, ma è anche arte. Lì infatti si trovano i  pregiatissimi marmi di Cautano che furono utilizzati già dal Vanvitelli per la realizzazione di alcune sale della Reggia di Caserta e che ancora oggi l’azienda Rapuano usa per la realizzazione di mosaici marmorei spettacolari. Questi marmi hanno varietà cromatiche che vanno dal rosso al bianco, passando per il grigio e sono stati utilizzati nella Reggia di Napoli, nella Reggia di Portici, nel Santuario di Pompei e persino nel palazzo del Cremlino a Mosca.

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Abbiamo concluso la giornata nella piazza principale del caratteristico paesino di Cautano con una grande festa dedicata proprio alla Patata Interrata, con stand di enogastronomia locale, che continua per tutto il week end fino a stasera.

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