La Pasqua si avvicina e con essa i primi ponti primaverili. Quale migliore occasione per approfittarne per una fuga di un paio di giorni lontano dalla città?

L’arrivo della Pasqua segna anche l’arrivo della primavera, il che porta una ventata di novità e voglia di mare e vacanze all’aria aperta.

Non necessariamente bisogna andare all’estero, ma anche in Italia è possibile passare delle bellissime vacanze Pasquali.

Tra le mete più gettonate vi sono le regioni del Sud: Puglia e Calabria in primis, dove il sole splende quasi sempre e già da aprile è possibile approfittare di un clima mite per delle lunghe passeggiate in riva al mare, barbecue all’aperto e picnic a contatto con la natura.

Per una vacanza fai da te in Calabria, la soluzione ideale è affittare una casa vacanze, soprattutto se si è una famiglia numerosa o un bel gruppo di amici. Sul sito di Holidu ad esempio, un aggregatore per offerte per case vacanza appunto, è possibile trovare la soluzione adatta alle proprie necessità, tra una varia gamma di opzioni: casa di fronte al mare, villa a più piani con più posti letto, ecc.

A seconda della vostra città di partenza poi, le opzioni per il mezzo di trasporto a basso costo sono diverse: per chi non si vuole muovere con la propria macchina, già a partire da ora è possibile trovare biglietti scontati per il treno, così come voli low cost verso l’aeroporto di Reggio Calabria, Lamezia Terme oppure Crotone, o addirittura pullman.

La Calabria può essere la meta ideale per le vacanze di Pasqua, sia perché è facilmente raggiungibile in auto, sia perché qui la Pasqua è una delle festività più sentite, in alcuni luoghi anche più che il Natale.

In Calabria quasi ogni paese organizza una manifestazione secondo le usanze pasquali del posto: processioni, veglie di preghiera e la benedizione dei sepolcri, ma sono le feste popolari ad attirare maggiormente cittadini e turisti, come ad esempio la via crucis e la crocefissione del venerdi santo, senza dimenticare l’appeal dei dolci tipici della Pasqua calabrese.

A Pasqua i calabresi amano preparare dolci tradizionali molto gustosi e dal grande valore simbolico come ad esempio i cuculi, detti anche cuzzupe o cuddhuraci, i crustuli, le nepitelle, i mostaccioli, i cici arbereshe ed i jaluni grecanici.

Molte delle tradizioni calabresi legate alla Pasqua sono imperniate sulle statue processionali: solitamente viene portata in spalla la statua della Madonna Addolorata, ma in alcuni posti, come ad esempio a Briatico, in provincia di Vibo Valentia, si porta in processione la Vara, una sorta di portantina che rappresenta la bara del Cristo Morto. La processione è preceduta da un compaesano in tunica che porta una pesante croce di legno sulle spalle. A Satriano (CZ), invece, questa parte della cerimonia vede la presenza non del Cristo bensì del Cireneo, che trascina la croce tra due ali di folla che prega e suona le “Traccette”, strumenti di musica popolare in legno.

A Cerchiara di Calabria, in provincia di Cosenza, ad essere portata in spalla dai fedeli è invece la statua di San Giovanni Evangelista, preceduta dall’esposizione di un gallo vivo, simbolo pagano di forza e rigogliosità. A Vazzano (VV) i protagonisti del corteo pasquale sono i frati membri della locale congregazione, che per l’occasione indossano una corona di spine e si incatenano le mani, mentre i fedeli disegnano il loro percorso tenendo in mano torce accese realizzate con fiori raccolti in montagna. Il rito della fiaccolata di Pasqua è presente anche nella tradizione di Pizzo Calabro, dove si porta in processione la statua della Madonna Addolorata che, simbolicamente, si reca al sepolcro del Figlio.

Nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria c’è invece l’Affruntata, particolare rito che consiste nel portare in solenne processione le statue di Gesù, di San Giovanni e della Madonna, coperta da un velo nero in segno di lutto, avvicinandole ed allontanadole  più volte al fine di riprodurre l’episodio dell’annuncio della Resurrezione di Cristo, comunicata dall’apostolo Giovanni a Maria che con lui si precipitò al sepolcro. Ad ogni ripetizione, il movimento viene velocizzato sempre più, nonostante le statue siano molto pesanti e se qualcosa dovesse andare storto, ciò sarà interpretato dalla cittadinanza come un cattivo presagio.

A Nocera Terinese invece c’è l’usanza dell’auto-flagellazione da parte dei Vattienti (o battenti), uomini con le gambe scoperte che si percuotono con violenza le cosce fino a sanguinare copiosamente inondando le strade e gli spazi antistanti le porte delle case con il loro sangue.

Portare le statue, nell’Affruntata o nelle normali processioni di Pasqua, è un onore a cui i calabresi tengono molto ed in alcuni paesi calabresi si svolge l’Incanto, una vera e propria asta per comprare tale onore.

Un’esperienza che bisogna vivere dal vivo per capire.

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