Il Friuli Venezia Giulia è una regione molto spesso poco considerata, sia per la sua vicinanza al Veneto sia per le sue piccole dimensioni rispetto ad altre regioni italiane, tendendo ad accorparla nel Triveneto facendole quasi perdere la sua identità. Eppure è ricca di posti spettacolari e di eccellenze territoriali, quali il Figo Moro da Caneva, il sito palafitticolo del Palù di Livenza o ancora le Dolomiti Friulane, considerate dal 2010 il tratto dolomitico patrimonio dell’Unesco, il che le rende estremamente importanti in quanto sono il secondo sito italiano, dopo le Isole Eolie, ad essere iscritto come Patrimonio Naturale (perchè tutti gli altri appartengono al Patrimonio Culturale).

Caneva

Sono stata in Friuli Venezia Giulia, e di preciso a Caneva, in provincia di Pordenone, proprio questo week end in occasione della festa per la raccolta del “Figo Moro“, il fico nero tipico delle colline del Comune di Caneva, avvenuta in occasione dei festeggiamenti per i 10 anni del Consorzio del Figo Moro di Caneva, costituito nel 2006 con l’obiettivo di recuperare e valorizzare questo prodotto esclusivo che cresce nella pedemontana orientale pordenonese.

Figo Moro

Originario della Caria nell’Asia Minore, il Figo Moro è diffuso nella zona sin dai tempi più remoti, come dimostrano molte testimonianze storiche scritte, tanto che la specie è considerata autoctona. E’ un frutto ricco di zuccheri e potassio (ha addirittura più potassio di una banana) ed è diverso dagli altri fichi per la sua buccia sottilissima, la sua polpa rossa intensa e succosa, ed il gusto dolce e delicato.

Figo Moro da Caneva

Il particolare microclima di quest’area pedemontana collocata a ridosso delle prealpi Carniche, tra i comuni di Caneva e Cordigliano, la ricchezza dei minerali disciolti nel sottosuolo, tra i quali carbonato di calcio, ferro e potassio, l’inversione termica che produce un clima più temperato in collina e una costante ventilazione, oltre alla collocazione delle piante in “declivi decisi” e quindi privi di ristagni d’acqua, gli conferiscono elevate caratteristiche qualitative ed organolettiche che l’hanno reso un prodotto unico di una qualità eccellente.

Figo Moro da Caneva

Ha un colore variabile dal verde al nero-violaceo  e particolari e tipiche rotture (che ne dimostrano la maturazione) che si verificano e si autosanano per l’elevato tenore zuccherino posseduto. Per tale motivo, è unico tra le varietà di fichi noti e va’ mangiato con la buccia, perchè sede di ricchi sapori.

Figo Moro da Caneva

Un prodotto che viene consumato fresco nella stagione della raccolta e poi tutto l’anno trasformato in deliziose confetture, salse, prodotti per la pasticceria e per la gelateria. Non a caso, il gelato al Figo Moro da Caneva, ha ottenuto i riconoscimenti quale miglior prodotto dell’anno nel 2012, nel 2013 e nel 2016.

Figo Moro da Caneva

Il Figo Moro è un vero e proprio caso di successo di valorizzazione di un prodotto tipico di alta qualità, ma anche un esempio di aggregazione fra produttori agricoli che ha determinato una svolta organizzativa nella produzione, nella trasformazione e nella vendita. Dai 14 produttori con qualche centinaio di piante, si è passati agli attuali 50 consorziati con una potenza di circa 2000 piante per una produzione attuale di 300 quintali e un programma di prossima espansione a oltre 500 quintali. Ma è un caso di successo anche perché la cura delle piantagioni ha costituito una leva importante per il miglioramento e per la manutenzione del territorio, con il recupero e valorizzazione delle piante storiche di fico abbandonate e la sistemazione dei ripidi declivi, che caratterizzano per la loro naturale posizione e composizione del terreno le qualità uniche di questo prodotto.

Figo Moro da Caneva

Durate la festa di raccolta del Figo Moro, siamo stati prima nelle piantagioni, dove abbiamo potuto osservare in che ambiente maturano i fihi di Caneva e poi assistito a tre showcooking a base di Figo Moro, tutti con delle ricette deliziose a base di fichi, dal primo al dolce passando per i secondi e contorni, rigorosamente registrate per garantirne l’auteticità.

Figo Moro da Caneva

In occasione degli showcooking, ho avuto l’occasione di assaggiare anche la trota del Livenza, altro prodotto enogastronomico locale della provincia di Pordenone, considerato il pesce ideale per la mensa dei bambini.

Figo Moro da Caneva

Prima di immergermi nella cultura de Figo Moro, però, ho avuto modo di assistere ed apprezzare un’altra eccellenza territoriale della Provincia di Pordenone: il sito palafittico e Patrimonio Ambientale Palù di Livenza, uno tra i più antichi siti palafitticoli dell’Italia settentrionale identificato nella zona umida e paludosa che si estende tra i comuni di Caneva e Polcenigo a valle del fiume Livenza, detto anche Palù della Santissima dall’area acquitrinosa a valle della sorgente della Livenza, sulle falde sud-orientali del Monte Piancavallo.

Palù di Livenza

Il sito insediativo era popolato fin dall’antico Paleolitico (4900 a.C. ca.) e dagli scavi effettuati sono emerse tre diverse tipologie di strutture palafitticole che testimoniano un insediamento del luogo fino al Neolitico recente. I materiali rinvenuti e recuperati sono molto numerosi e costituiti principalmente da strumenti in pietra scheggiata, da frammenti ceramici e da resti lignei delle strutture delle capanne; meno comuni, ma attestati sono anche gli oggetti di legno di uso quotidiano tra i quali di rilievo sono un frammento di remo o pagaia, un grande vaso, un frammento di immanicatura d’ascia e un attingitoio in corso di lavorazione, attualmente conservati nel Museo Archeologico di Pordenone. Interessanti i dati paleobotanici che hanno consentito la ricostruzione delle attività agricole neolitiche e dell’habitat naturale all’epoca del villaggio riconducibile al cosiddetto querceto misto popolato da cervi, caprioli e cinghiali.

Palù di Livenza

Grazie all’eccezionalità della datazione storica dei ritrovamenti e all’importanza che l’area archeologica ricopre in Italia, nel giugno 2011 il Palù è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, e rientra nella serie dei Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino assieme ad altre 18 località italiane distribuite in Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento e Veneto.

Palù di Livenza

Interessante notare che generalmente i siti palaffitticoli erano costruiti su laguna. Mentre questo è costruito sull’unico fiume del Friuli Venezia Giulia navigabile da sorgente.

Livenza

Il Palù di Livenza, oltre che per le sue pecularietà archeologiche note fin dall’800, è anche un luogo di grande interesse naturalistico, dove trovano vita diverse specie avifaunistiche palustri e varie piante igrofite.

Palù di Livenza

Tutto intorno al fiume, inoltre, si è dato vita all’Humus Park, il meeting internazionale di land art più importante nel panorama italiano, nato nel 2008 a Pordenone. L’ultima edizione del 2014 si è svolta nel parco che circonda il castello di Torre di Pordenone, sede del Museo Archeologico e nel sito del palù del Livenza, dove è possibile ancora oggi ammirare le bellissime sculture create prendendo in prestito ciò che la natura ha offerto loro, restituendo alla stessa natura ed ai nostri occhi un’opera site-specific, arricchita della propria personalità e delle suggestioni che sono scaturite da un affascinante dialogo/relazione con l’ambiente circostante. Un modo meraviglioso per riutilizzare i prodotti naturali dando loro nuova vita e rendendoli perfettamente ambientati nel territorio circostante attraverso l’arte.

Ma queste sono solo alcune delle bellezze della provincia di Pordenone, presto vi parlerò anche di Sacile, la piccola Venezia del Friuli.

Humus Park Humus Park

Palù di Livenza Palù di Livenza

Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva DSC_0482 - Copia Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva

Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva Figo Moro da Caneva