Visitare Il Cairo è stata un’esperienza molto emozionante, farlo nel periodo del Ramadan, poi, ha reso il viaggio ancora più suggestivo.
Il Ramadan dura 30 giorni e cade nel nono mese dell’anno. La sua sacralità è fondata sulla tradizione coranica, secondo la quale Maometto in questo mese avrebbe ricevuto una rivelazione dall’Arcangelo Gabriele. La parola Ramadan in arabo significa “mese caldo”, il che fa ritenere che in origine fosse un mese estivo. Oggi invece il Ramadan cade ogni anno in un momento diverso dell’anno solare, e quindi man mano in una stagione diversa in quanto il calendario islamico, come fu stabilito da Maometto, è legato ai cicli lunari e quindi è composto da 354 o 355 giorni, dieci o undici giorni in meno dell’anno solare. Durante il Ramadan il Corano prescrive l’obbligo del digiuno dall’alba al tramonto, il cui mancato rispetto è sanzionato penalmente, astenersi dal fumare e dall’avere rapporti sessuali. Quando tramonta il sole il digiuno viene rotto ed i musulmani fanno gran festa.

Piramidi di Giza
Vi renderete conto subito che vivere un paese musulmano nel periodo del Ramadan è un’esperienza davvero unica.
Sono partita da Roma con volo EgyptAir a fine giugno insieme s tre colleghi giornalisti e blogger ed all’aeroporto del Cairo ci siamo incontrati con il gruppo di altri giornalisti e blogger provenienti da Milano. Per entrare in Egitto ci vuole, oltre al passaporto, il visto che può essere acquistato all’arrivo all’aeroporto del Cairo. Vi consiglio quindi di partire già con un pò di moneta locale, in quanto, prima di uscire dall’aeroporto ed attraversare i controlli, dovrete acquistare un bollo del costo di $ 25,00 sul quale vi verrà apposto il visto di ingresso nel Paese.
Recuperati i bagagli e fatti i dovuti controlli, ad attenderci all’esterno un tramonto rosso davvero mozzafiato, di quelli che prima di allora avevo visto solo nelle foto del Kenya e che non ti aspetteresti mai di trovare un Egitto! Ambientati con il caldo torrido ma secco africano, ci siano diretti in albergo.

Il Cairo Egitto

Abbiamo pernottato al Fairmont Heliopolis Hotel, un cinque stelle finemente arredato non troppo distante dall’aeroporto. Li subito mi hanno colpito i numerosi riferimenti al Ramadan: menù sui tavolini e le indicazioni sulla direzione da assumere per la preghiera. Mentre facevamo il check in ci hanno offerto un succo di mirtillo e poi dritto nelle camere. La mia stanza era larga e spaziosa, davvero confortevole. Il tempo di posare i bagagli e poi direzione cena in uno dei numerosi ristoranti dell’hotel, che ho trovato davvero enorme, quasi labirintico.

Il cairo ramadan
Che fossimo in periodo di Ramadan è risaltato agli occhi ancora una volta. La nostra guida, Salim, non ha cenato con noi perché aveva appena fatto il “breakfast” (cosa fosse l’avremmo scoperto il giorno dopo).

Il cairo fairont heliopolis hotel
Abbiamo gustato dei piatti leggeri ma saporiti serviti in abbinamento ad un succo di mango. Dopo cena, nel perlustrare un po’ l’hotel prima finanziare a dormire, ho notato con piacere e stupore che nei giardini esterni c’era un locale molto cool dove gli egiziani si divertivano ad ascoltare musica e fumare narghilè sotto la luce calda della luna.

Il cairo ramadan

L’indomani è iniziato il vero tour della città, tra i luoghi principali de Il Cairo. Vediamoli insieme.

Il Museo Egizio

Sveglia all’alba direzione Museo Egizio del Cairo, anche conosciuto come il massimo Museo di antichità egiziane, ospita la più completa collezione di reperti archeologici dell’Antico Egitto del mondo. È possibile visionare oltre 136.000 oggetti senza contare che molte altre centinaia di migliaia sono conservate nei magazzini.

Museo Egizio Il Cairo

Noi ci abbiamo trascorso una mattinata, ma è consigliabile dedicarci una giornata intera.
Nonostante la sua grande fama, il museo egizio del Cairo non è molto esteso come superficie. Consta di due piani, entrambi di forma rettangolare, con una serie di stanze disposte attorno ad un atrio centrale e collegate da un corridoio.

Museo Egizio del Cairo

Museo Egizio del Cairo

Gli oggetti esposti al piano terreno sono raggruppati per ordine cronologico. Appena entrati, a sinistra sono disposte le sale dell’Antico Regno. Continuando in senso orario si trovano le sale del Medio e Nuovo Regno ed infine quelle dell’età greco-romana. Salendo lo scalone si arriva al primo piano, organizzato in aree tematiche.

Museo Egizio del Cairo

Tra le opere più significative: uno scriba seduto i cui occhi, se illuminati, “chiudono” la pupilla come nella realtà, lasciandomi, ancora una volta sorpresa della bravura degli antichi egizi, la statua d’oro di TutanKhamon, le numerose statue di Nefertiti ed i quattro ritratti di Tutankhamon in alabastro che fungevano d coperchi per i vasi canopi, contenenti i visceri del re, oltre a tutte le statuette funerarie.

Museo Egizio del Cairo

Museo Egizio del Cairo
Il museo fu costituito dal governo egiziano nel 1835 nel tentativo di fermare l’esportazione selvaggia di reperti e manufatti dalle piramidi ed è incredibile immaginare quanti monili fossero contenuti all’interno di ogni piramide, che ora risultano completamente (o quasi) vuote.

Museo Egizio del Cairo

Museo Egizio del Cairo

Le piramidi di Giza

Dopo esserci inebriati della giusta dose di antico Egitto ci siamo diretti li, nel luogo che ho sempre sognato e desiderato vedere: il Complesso di Giza!

Museo Egizio del Cairo

Davanti ai miei occhi loro, le tre piramidi di Cheope (o Grande Piramide), l’unica tra le sette meraviglie del mondo antico che sia giunta sino ai giorni nostri, la Piramide di Chefren e la Piramide di Micerino.

piramidi di Giza

Grandiose, immense, maestose. Mi sono sentita una bambina felice! Studiate per anni sui libri di scuola ed ora finalmente viste dal vivo!

piramidi di Giza

La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia del Cairo, in Egitto, ad 8 km circa dall’antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro del Cairo in direzione sud-ovest.

Piramidi di Giza
Ph. Alessio Sanavio

Secondo Il libro del 1994 “Il mistero di Orione” (The Orion Mystery) scritto da Robert Bauvale Adrian Gilbert, best seller internazionale, la realizzazione dei tre enormi monumenti sepolcrali rientrerebbe in un grande e articolato progetto astronomico fatto realizzare dai faraoni nel corso del tempo, in quanto cercava di dimostrare che le tre principali piramidi della pianadi Giza sono accuratamente allineate come le stelle che formano la “cintura” della costellazione di Orione.

Piramidi di Giza
Ph. Alessio Sanavio

Tutto ciò è ancora un grande mistero, così come è un mistero il modo in cui siano state costruite con gli strumenti a disposizione all’epoca.
Avvicinandomi alla piramide di Cheope ho potuto notare quanto siano grandi d maestosi i massi con la quale è stata costruita. Ed è proprio questo alone di mistero che rende il complesso di Giza così magico e suggestivo ed avvolto da una strana energia.

Piramidi di Giza
Ph. Alessio Sanavio

Sarei voluta entrare nella piramide di Cheope, ma sono riuscita ad entrare solo in quella di Micerino e devo dire che l’esperienza è stata pazzesca. Dalla base della piramide c’è una fessura dalla quale inizia una lunga discesa ripida nelle profondità della piramide. Finita la discesa, inizia un lungo corridoio che porta ad una nuova discesa al termine della quale doveva essere collocata la stanza funeraria, oggi ovviamente deserta in quanto tutto i reperti sono stati portati al museo egizio del Cairo.

piramidi di giza

piramidi di Giza
L’esperienza è stata davvero unica, ma è sconsigliata s chi soffre di claustrofobia in quanto di scende sotto terra senza fessure per il passaggio dell’aria. All’interno del complesso di Giza è possibile spostarsi con i dromedari oppure con autobus. Noi l’abbiamo attraversato con il nostro autobus turistico, anche se ci hanno fatto scendere prima dell’ingresso, ci hanno fatto passare sotto i metal detector e setacciato il nostro autobus prima di farci risalire, per evitare rischi attentati.

piramidi di Giza

piramidi di Giza

La piramide di Djoser

Dopo l’esperienza magica delle piramidi di Giza, siamo passati a vedere la sfinge e poi ci siano diretti alla piramide di Djoser, più conosciuto con il generico nome di piramide a gradoni. È una struttura funeraria eretta nella necropoli di Saqqara, a nord-est dell’antica città di Menfi, per la sepoltura di Djoser, sovrano della III dinastia, dal suo architetto Imhotep.

piramidi di Giza
La piramide, considerata la più antica tra quelle egizie, consiste di sei mastabe (di dimensioni decrescenti) costruite una sull’altra e mostrano come il progetto si sia modificato in itinere.

Piramide di Djoser

La piramide è la struttura principale di un vasto complesso funerario costituito da una grande corte circondata da strutture cerimoniali e da strutture decorative con innovazioni realizzate per la prima volta, quali i padiglioni, le colonne scanalate, le edicole, i portici, i propilei, le lesene e il capitello a foglie pendule mai più usato.

Piramide di Djoser Piramide di Djoser

piramide di Djoser

Dopo la visita alle piramidi, ci siano diretti di nuovo al Cairo. Abbiamo consumato la nostra lunch box preparata dal l’hotel in autobus, in quanto nel periodo del Ramadan è proibito mangiare per strada.
Il Cairo dista una 20ina di km dal complesso di Giza. Vi farà sorridere sapere che l’emblema del Cairo è il traffico. Se New York è caratterizzata dai grattacieli e Londra dai parchi, il traffico del Cairo è una mescolanza di stranezze e spettacolo: auto ammaccate e rappezzate, passeggeri abbarbicati sugli autobus, intere famiglie su un’unica motocicletta, il tutto accompagnato da un assordante concerto di clacson (il tutto non dissimile dal centro di Napoli).

Cairo Tower

Cairo Tower

Ritornati al Cairo, siamo saliti sulla Cairo Tower, un’alta struttura sita nella capitale egiziana, alta 187 m, ed è posta a 16 m s.l.m.. Essa è stata per dieci anni la struttura più alta in Africa, superata poi dalla Hillbrow Tower in Sud Africa.

Cairo Tower

È il monumento più famoso dell’Egitto dopo le piramidi di Giza esso si trova nel quartiere Zamalek nell’isola di Gezira sul fiume Nilo, vicino il centro del Cairo. Da lì è possibile vedere dall’alto tutto il Cairo ed il Nilo! Ha la forma di una palma gigante realizzata con una struttura reticolare stile alveare ed è possibile salire in cima con degli ascensori. Al penultimo piano della torre è situato un ristorante panoramico dice, anche lì, c’era un menù ad hoc per il Ramadan.

menu ramadan

menu ramadan

Cena in battello sul Nilo, l’Iftar

Noi però ci siamo diretti sul Nilo dove ci attendeva il breakfast del Ramadan al ristorante floating boat Maxim che durante la cena è salpato portandoci in giro per il Nilo in una mini crociera di circa due ore. Li ho finalmente capito cos’è l’Iftar, il breakfast del Ramadan: è un grande cenone a buffet tipo il nostro capodanno chiamato breakfast perché per loro è il primo pasto della giornata. Avviene al tramonto dopo l’annuncio della preghiera o lo sparo di un cannone che annuncia che si può finalmente accantonare il digiuno. Forse non sapete che durante il digiuno del Ramadan i musulmani non possono nemmeno bere, nonostante li ci siano almeno 40 gradi all’ombra!

Floating boat sul Nilo Floating boat sul Nilo
Beh devo dire che la nostra cena egiziana, con piatti tipici e musica tipica, consumata insieme alla nostra guida Salim ed ad un rappresentante del Governo Egiziano fluttuanti sul Nilo è stata una bellissima esperienza. Ma la giornata non è ancora finita. L’esperienza più bella ed indimenticabile l’abbiamo vissuta subito dopo!

Leggi anche: “5 curiosità che non conosci sul Ramadan

cena ramadan cena ramadan Nilo

Il Nilo

Lo spettacolo delle luci a Giza

Dopo cena ho vissuto l’esperienza più bella ed indimenticabile di tutto il viaggio.

Siamo tornati nel complesso di Giza per lo spettacolo delle luci. Se vedere le piramidi di Giza di giorno è un’emozione incredibile, vederle di sera lo è ancora di più.

Vedere le piramidi e la sfinge di notte illuminate solo per noi e raccontarci in italiano la storia dei faraoni e dell’antico Egitto è stato quanto di più suggestivo potessi mai vivere. Un’esperienza unica ed indimenticabile che da sola è valsa tutto il viaggio.

Lo spettacolo delle luci avviene tutte le sere, su prenotazione, in diverse lingue.

Noi abbiamo assistito allo spettacolo in lingua italiana. Ci siamo accomodati in prima fila e le piramidi e la sfinge di fronte a noi un po’ alla volta hanno preso vita tra luci e suoni.

La Grande Sfinge prende vita e parla con le parole di un faraone morto molto tempo fa, raccontando la storia dell’Antico Egitto, mentre sulle tre piramidi allineate, si alternano ologrammi di faraoni, cavalli, battaglie e avventure sotto il cielo stellato di Giza.

Non ci sono parole per descriverlo, è stato non solo molto molto emozionante ma a tratti magico.

È stato davvero emozionantissimo essere seduta su una sedia in prima fila di fronte alle tre piramidi allineate e la sfinge, sotto un cielo stellato mentre davanti ai miei occhi cambiavano i colori ed andava in scena la storia dell’antico Egitto.

Con questo spettacolo ancora davanti agli occhi, è terminata la mia prima intensa giornata al Cairo.

Potete prenotare lo spettacolo delle luci in lingua italiana a questo link.

le piramidi di Giza

le piramidi di Giza le piramidi di Giza le piramidi di Giza

Old Cairo e la Moschea di Alabastro

Il giorno successivo ci siamo diretti verso l’Old Cairo. Abbiamo iniziato il nostro tour dalla Cittadella di Saladino, una città fortificata costruita da Ṣalāḥ al-Dīn (Saladino) fra il 1176 ed il 1183 su un promontorio ai piedi della collina al-Muqaṭṭam per proteggerla dai Crociati, dal quale c’è una veduta pazzesca su tutto Il Cairo. La scelta è stata strategica in quanto era un sito difficile da attaccare. Essendo uno dei luoghi più sicuri della città, ben presto passò a ospitare la residenza reale ed è rimasta il cuore del governo egiziano fino al XIX secolo.

Un tempo la fortezza era una piccola città nella città che, nonostante le sue piccole dimensioni, era divisa in quartieri e ospitava più di 10.000 abitanti. Disponeva di un palazzo e diverse moschee, oltre a diverse guarnigioni di soldati che si occupavano di sorvegliare la città.

Cittadella di Saladino

Ancora oggi al suo interno, una volta varcate le mure fortificate che la proteggono, è possibile visitare il Palazzo Gawhara, chiamato anche Palazzo dei Gioielli, il museo di carrozze, il museo militare, ed i tre templi più importanti della capitale: La Moschea del Sultano Hassan, la Moschea di Ibn Tulun e la Moschea di al-Rifai.

La cittadella è molto simile a una fortezza del Primo Medioevo, con i suoi imponenti accessi, le sue torri e le alte mura difensive, tant’è vero che è anche conosciuta come il monumento non faraonico più noto della capitale.

Cittadella di Saladino

Immancabile poi una visita alla Moschea di Muhammad Ali o di Alabastro, per il suo essere interamente rivestita in questa pietra, che ricorda tanto la moschea blu di Istanbul.

Questa moschea fu fatta costruire da Muhammad Ali Pasha fra il 1830 ed il 1848 in memoria di Tusun Pasha, il figlio maggiore morto nel 1816. Muhammad Ali scelse di far edificare la moschea in pieno stile ottomano, come già avevano usato i suoi predecessori. Venne in questo modo realizzato un ampio piazzale quadrato, di 50 metri per ogni lato, dal quale si accede alla moschea anch’essa a base quadrata (41 metri per lato).

Fu prediletto l’utilizzo di materiali calcarei, sebbene le pareti del cortile fino a 11,3 metri siano ricoperte in alabastro).

Lo stile bizantineggiante, combinato alla presenza dei due minareti e mezze cupole circondanti la cupola centrale – caratteristiche riservate alle moschee costruite sotto l’autorità dei Sultani – furono una dichiarazione di sfida all’indipendenza egiziana.

Cittadella di Saladino

Entrare in questa moschea è stato un po’ come ritornare a qualche anno prima ad Istanbul quando sono entrata per la prima volta nella moschea Blu, in quanto è molto simile.

Vi è mai capitato di vivere un dejavù? Ecco, io l’ho avvertito mentre varcavo la soglia della moschea di Alabastro e mi perdevo nella vista dell’immenso lampadario sul soffitto ed il luccichio delle pietre colorate.

Mi guardavo intorno incantata come se vivessi a metà tra il presente ed il passato. E’ stata una sensazione strana, ma allo stesso tempo bella.

Anche per questa moschea, essendo molto turistica, all’ingresso c’è la possibilità, per i turisti, di noleggiare degli abiti tipici per coprire spalle e gambe.

Io questa volta ero attrezzata ed avevo una tuta blu con pantaloni lunghi ed avevo portato un giacchino di filo per coprire le spalle (che avevo scoperte a causa del grande caldo).

Le moschee mi emozionano sempre tantissimo ed anche questa è bellissima!

Moschea di Alabastro

Moschea di Alabastro

Moschea di Alabastro

Moschea di Alabastro

Moschea di Alabastro

Dopo la visita alla moschea, abbiamo recuperato le scarpe all’ingresso e girato un po’ per la cittadella osservando il panorama de Il Cairo dall’alto.

Il quartiere copto

Siamo poi risaliti sull’autobus e ci siamo diretti verso il quartiere Copto del Cairo, uno dei luoghi più belli, colorati e suggestivi della città.

Un misto di colori culture e tradizioni. Sicuramente il luogo più suggestivo di tutta la città.

Per entrare nel quartiere Copto siamo scesi attraverso una scalinata, come se ci stessimo dirigendo verso i sobborghi.

Poi da lì abbiamo attraversato un lungo corridoio coperto, una sorta di galleria, con tantissimi libri a destra e sinistra e bancarelle. E’ stato quasi come essere in un film. Camminavo ed osservavo tutto senza chiedere spiegazioni.

Alla fine di questo lungo tunnel attraversato tutto a piedi, ci siamo ritrovati nel quartiere Copto del Cairo.

quartiere copto

Passeggiando per le stradine del quartiere Copto è possibile ammirare come il cristianesimo Egiziano è caratterizzato da una particolarissima spiritualità, molto influenzato dalla cultura araba e islamica, sebbene appare molto più vicino a quello dei tempi di Gesù. Dopo il declino dell’antico culto faraonico e prima dell’introduzione della religione musulmana, l’Egitto fu un paese prevalentemente cristiano.

E questa tradizione cristiana egiziana la si può vedere qui, nel quartiere in cui sorgono gli edifici più antichi, dove ha sede ancora oggi il quartiere copto.

quartiere copto

La parola “Copt” o, più precisamente, “Gibt”, qualche volta scritto “Gopt” o “Kopto” rappresenta il nome greco dato agli Egiziani dopo la conquista araba. Con questo termine, infatti, si indicavano gli abitanti cristiani della Valle del Nilo.

Anche la lingua copta è infatti la stessa dell’antico egiziano, ma nella forma tardiva parlata dagli abitanti dell’Egitto durante i primi secoli dell’era del cristianesimo.

Il quartiere copto in passato era un consistente insediamento cristiano che non aveva meno di 42 chiese racchiuse in una zona di circa 60 acri, ora è confinato in un’area molto più piccola e si trova all’interno dell’antica fortezza romana conosciuta come Babilonia, che comprende alcune dozzine di chiese, monasteri e il Museo Copto.

quartiere copto

Fino all’avvento dell’era islamica, in Egitto Il Cairo Copto fu una vera e propria roccaforte per il cristianesimo; nonostante ciò, la maggior parte degli edifici e delle chiese attualmente visibili è stata costruita dopo la conquista dell’Egitto da parte dei musulmani.

Un quartiere che nacque durante la dominazione dei Romani, quando San Marco e i suoi successori convertirono al cristianesimo una parte consistente della popolazione residente a Il Cairo e in tutto il territorio circostante, facendo sì che le comunità cristiane in Egitto crescessero molto velocemente. Proprio per questo motivo, a partire dal 300 d.C. l’Imperatore Diocleziano iniziò a perseguitare i copti, e le persecuzioni continuarono anche dopo che, con l’editto di Milano, era stato dichiarato lo stato di tolleranza delle religioni.

Persecuzioni che, ahimè, continuano ancora oggi.

quartiere copto

A differenza di altre città del mondo musulmano, questo quartiere non è un ghetto: all’interno vive unicamente la comunità cristiana d’Egitto, che conserva con grande dignità i propri valori spirituali.

Arrivando in questo quartiere si intuisce subito che si sta entrando in un altro mondo: il risalto esteriore con cui è vissuta la religione, può risultare a noi un po’ eccessivo e a volte “kitch”; eppure tra i vari vicoli si respira un senso della fede molto forte, l’idea della religione come legame indissolubile di una comunità.

Si entra nel quartiere scendendo una scala sovrastata da una grande Madonna con il Bambino Gesù e da quel punto il percorso si snoda attraverso una serie di piccole stradine dove le chiese si alternano alle abitazioni della gente comune. Perdendosi tra i vicoli, senza rendersene conto, si arriva alla chiesa di San Giorgio, che costituisce la sede del Patriarcato di Alessandria. Non lontano c’è la chiesa di San Sergio, al cui interno è possibile vedere lo spazio sacro nel quale, secondo la tradizione, la Sacra Famiglia trovò rifugio nella sua fuga dal re Erode.

Un luogo sicuramente intriso di storia, spiritualità ed emozioni indescrivibili.

quartiere copto

quartiere copto

Il fulcro della presenza copta nel Cairo islamico è, tuttavia, simboleggiato dalla chiesa di El Muallaqa. Tutto l’edificio è legato alla tradizione cristiana: la volte a botte in legno, si riferiscono all’Arca do Noè; le quindici colonne del pulpito rappresentano Gesù, gli apostoli e gli evangelisti Paolo e Luca; le due colonne nere sono Giuda e Tommaso.

Io vi consiglio di prenotare una visita guidata per capire appieno tutta la spiritualità del quartiere Copto de Il Cairo.

Potete farlo a questo link con Civitatis.

Finita la visita al quartiere Copto ci siano diretti in aeroporto direzione Sharm El Sheikh. Purtroppo non sono riuscita a vedere il souk del Cairo, ma sarà la scusa per ritornarci!

quartiere copto

Ed ora, ecco il mio video

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