Non sono solita parlare di cinema e documentari qui sul mio blog, ma questo progetto di questa ragazza campana come me mi ha davvero colpita. Del resto, sono un’inguaribile romantica!!! “Letter from an imaginary man” è un documentario nonché progetto multimediale realizzato da Matilde De Feo, interprete, regista ed operatrice culturale campana laureata in regia al Dams di Romatre, che parla d’amore e di lettere d’amore e che è stato selezionato al Filmmaker Festival di Milano.

letter from an imaginary man
Per amare abbiamo bisogno di oscillare tra realtà e fantasia” e sognare la lettera che l’uomo dei nostri sogni ci scriverà.

La De Feo riprende da sola, con una Canon 5D e l’urgenza di registrare l’incontro con le persone che ha scelto e sono disposte a leggere la propria lettera e raccontare in video la propria storia.
Letter from an imaginary man documenta l’operazione di raccolta e ricerca di Matilde De Feo, partita nel 2012 in seguito ad un episodio personale, di soggetti volontari disposti a leggere la propria lettera e raccontare in video la propria storia.  Scaturito da 20 ore di girato, il documentario inedito di 41 minuti del 2015, prodotto da Mald’è e Giuseppe Beneduce in collaborazione con Marechiaro Film.
Ironico, romantico, intimo e immaginifico, trasversale al tema dell’amore, il lavoro che oscilla tra il cinema e la video arte, attraversando la video performance, è stato selezionato, tra centinaia di lavori provenienti da tutto il mondo nel concorso “Prospettive” del FilmMakerFest di Milano che si terrà tra il 27 novembre 6 dicembre.

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Il festival dal 1980 ha tenuto a battesimo almeno tre generazioni di registi italiani e prodotto più di 80 tra film e video: tra questi le prime opere di Studio Azzurro, Silvio Soldini, Giovanni Maderna, Alina Marazzi, Michelangelo Frammartino, Antonio Bocola, Paolo Vari, Francesco Gatti, Martina Parenti e i fratelli Dardenne e ha diffuso la vocazione di vedere e a pensare un cinema fuori dagli schemi, internazionale e libero.

 

Letter from an imaginary man è infatti un’opera crossmediale, legata alla partecipazione e alla molteplicità dei soggetti incontrati e dunque un’opera aperta, nel senso già sperimentato da Calvino e Umberto Eco. Infatti Matilde De Feo si prefigge di raccogliere attraverso la campagna e i canali si informazione nuove testimonianze e dunque nuovi contributi che possano sia costruire un archivio multimediale on line delle migliori storie, sia che possano essere reintegrate in un nuovo montaggio video installativo.
Il documentario narra ed intreccia varie storie. C’è Mandarino che le lettere d’amore le scrive per lavoro nel suo furgone colorato su una strada provinciale del casertano, c’è una lettera nascosta in una bambola e trovata dal marito dopo la morte della moglie, c’è una storia d’amore conclusa eppure ancora viva nella fisicità di giochi di carta inviati per posta; c’è la corrispondenza che testimonia la prigionia politica di un’attrice cinese che alla fine degli anni ’70 e i primi anni ‘80  amava un intellettuale italiano (parlò di questa storia Tiziano Terzani); c’è una giovanissima donna che associa la depressione del suo compagno al terremoto dell’Aquila. Tra le storie, tutte vere, adoperate in modo artistico, c’è anche la conflittuale relazione giovanile dei genitori della De Feo, che agli occhi della stessa autrice diventa altra da sé, universale, a dimostrazione che realtà e immaginazione si confondono. “E’ tutto un gioco: mescolare la finzione con la realtà, la letteratura con la vita, sottolineando la natura illusoria dell’amore, l’impossibilità di amare senza immaginare. Per amare abbiamo bisogno di oscillare tra realtà e fantasia”, dice De Feo.

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Il documentario che ne scaturisce, un lavoro aperto, trasversale al cinema e alla video arte, è stato selezionato, tra centinaia di lavori provenienti da tutto il mondo, nel concorso “Prospettive” del FilmMakerFest di Milano che si terrà a fine novembre (Il teaser di Letter from an immaginary man è su Vimeo: https://vimeo.com/127518922).

Il documentario è costato circa 40 mila euro e per essere diffuso e distribuito ha bisogno di essere sostenuto. Pertanto è stata elaborata una campagna di comunicazione che avviene attraverso la piattaforma di crowdfunding Indiegogo, che a fronte delle sottoscrizioni corrisponde una serie di ricompense: dallo streaming del documentario, alla pubblicazione sui social di una lettera d’amore, fino alla possibilità di vedersi video-ripresa nello stile del progetto la propria storia o aggiudicarsi una quota in produzione diventando dunque protagonista del lavoro.

In 10 giorni il teaser del documentario è stato visto da più di 10.000 persone e il progetto lanciato sulla piattaforma  Indiegogo (http://igg.me/at/letterfrom/x/12197232) ha raccolto quasi mille euro.