La nuova collezione di Daniele Carlotta adotta un’estetica visionaria, ispirata al linguaggio cinematografico di Quentin Tarantino, in cui generi antitetici si mixano tra loro come in un film ad episodi, creando affascinanti corto-circuiti narrativi.
Il risultato é una “pulp spiattella couture”, iperbolica e raffinata, che coniuga anima barocca e sensibilità pop, opulenza decorativa e immediatezza.
Si tratta di una collezione dal sapiente eclettismo stilistico: “esagerata” ma non astrusa, schizzata tra passato e futuro, ma saldamente ancora ad una precisa ed entusiasta visione glamour, esattamente come la scelta tarantina di presentare la collezione in una vecchia balera milanese dai toni pulp ma glamour.

 

Gli abiti di Daniele Carlotta sembrano usciti da una scena di Kill Bill, con i preziosi cabochon di Swarowski rubino, ricamati, che li “sporcano” come lampi di sangue. É un omaggio alla Jane Fonda di Barbarella la iper femminilità fumettistica e si ties dei mini dress optical che sembrano galleggiare nello spazio.
Da queste diverse citazioni femminili emergono silhouette molto costruite. Vita stretta, scollature vertiginose, seni in evidenza, volumi aderenti per iper donne. Ancora, come balloon. Tagli romantici si mixano a linee decisamente volitive: blazer e pantaloni palazzo a vita alta, molto maschili, giacché da smoking strettissime r sagomate, mini dress a sacchetto, mini dress al ginocchio, da giorno. Lingerie a vista, effetti see-through. Le riposte da sera, invece, sono in stile super Hollywood e couture.
I tessuti appartengono al mondo dell’alta sartorialitá: twill di seta, cravatte dia maschile, georgette, satin di lana, organza di seta. Un prezioso macramé effetto rete é montato su tutele, assumendo un glamour siciliano.

 

Il mix and match visivo si traduce anche in giocose opposizioni metriche e cromatiche: il velluto é intessuto con lo chiffon, con l’organza o con il satin di lana. Nero totale e bianco optical si susseguono a sfumature borotalcate, ad un giallo lime e ad un rosso Marsala.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ph. Anna Pernice