Ultima tappa del nostro tour in Valle D’Itria ed Alto Salento è stata Ostuni, la perla bianca del turismo pugliese, la più grande delle altre, che nel periodo estivo passa da 36.000 a 250.000 abitanti!

Detta anche la Città Bianca, per via del suo caratteristico centro storico che un tempo era interamente dipinto con calce bianca, oggi solo parzialmente, è tra le città più turistiche del Salento, soprattutto nel periodo estivo. Dal 1994 al 2015 ha ricevuto la Bandiera Blu e le cinque vele di Legambiente per la pulizia delle acque della sua costa e per la qualità dei servizi offerti, divenendo la città con il mare più pulito d’Italia. Di una bellezza disarmante, è riuscita a tenere ben distinte le due anime del centro storico e della parte nuova, piena di locali per il divertimento estivo, permettendo una maggiore versatilità nella presentazione dell’offerta turistica.
 
Ostuni
Ostuni

È a 200 metri sopra il livello del mare ed ad 8 km dalla costa Adriatica, è completamente circondata da alberi di ulivo. Questa è l’area delle masserie trasformate in ristoranti e hotel di lusso, di cui vi ho parlato nei giorni scorsi.
Ha subito una forte dominazione aragonese, di cui ancora oggi se ne vedono le tracce.
 
 
La caratteristica più peculiare del centro storico, che così tanto affascinava i turisti, era l’imbiancatura a calce delle case fino ai tetti. L’uso, attestato sin dal Medioevo, deriva, oltre che dalla facile reperibilità della calce come materia prima, dalla necessità di assicurare alle viuzze e agli ambienti ristretti di impianto medievale una maggiore luminosità, data dalla luce sia diretta che riflessa. Come già detto, questo costume ha rivestito anche un ruolo importante storicamente nel XVII secolo, quando l’imbiancatura a calce fu l’unico modo per evitare che la peste dilagasse nella cittadina ed il contagio aumentasse sino a portarne la distruzione.
 
 
Questa pratica, oggi in declino tanto che il sindaco ha dovuto emanare un’ordinanza per farla tornare in auge, fece sì che Ostuni fosse denominata Città Bianca o Città Presepe, ed era una caratteristica che la rendeva riconoscibile e indimenticabile ai visitatori.
Anche Ostuni, è ricca di elementi barocchi, viuzze strette e tortuose, anche se, fra tutte, è sicuramente la più bella, oltre ad essere la più grande!
 
 
Assolutamente da visitare il Museo delle civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale, che è stato aperto apposta per noi dal direttore del GAL Valle D’Itria.
Al suo interno, è custodito lo scheletro di una donna di 27 mila di anni fa che è stata ritrovata 20 anni fa in una tomba a fossa nella grotta Santa Maria D’Agnano, sulla strada che porta da Ostuni a Fasano, dal Prof. di archeologia Donato Coppola dell’Università Aldo Moro di Bari.!
La grotta era già un luogo di culto dove si adorava la dea madre, in quanto sono stati trovati degli ex voto ed ha capito che c’erano delle sepolture.
 
L’ha chiamata Delia come la sua prima moglie ma scientificamente è stata chiamata Ostuni I.
Si tratta di un ritrovamento interessante perché è stato trovato il feto nel grembo della mamma ed in testa aveva in corona realizzata con oltre 600 conchiglie come le persone importanti del tempo. Anche i bracciali fanno capire che era una persona molto importante. Era anche molto alta per risalire a 27mila anni fa. Sicuramente è morta di parto perché il bacino è dilatato.
La sepoltura, denominata Ostuni 1º, è unica al mondo: risalente a circa 25.000 anni fa, è collocata nella grotta di Santa Maria di Agnano, presso l’omonima masseria.
Ciò dimostra che il territorio di Ostuni era già frequentato nel paleolitico medio (50.000-40.000 anni fa) da cacciatori neanderthaliani. La zona collinare, sede di numerose grotte, offriva perfetti rifugi naturali per le primitive comunità umane.
 
Si vendono trulli!