Sono stata tante volte nel Tunnel Borbonico di Napoli per la manifestazione “Arte e Moda prendono forma” (che si terrà nuovamente il 30 maggio)  ma, ritornarci di mattina con la guida esperta di Marco Minin,  fratello di Gianluca Minin, che gli ha dato nuova vita nel 2004, è stata un’emozione molto forte.
Per una mattinata sono stata catapultata negli anni ’40 durante la seconda guerra mondiale, quando il tunnel borbonico era usato come riparo antiaereo e rifugio da migliaia di famiglie che vivevano le une accanto alle altre in solo mezzo metro di spazio. 

 
 

 

Marco, ci ha raccontato storie ed aneddoti legati ad alcuni di loro, rendendoceli così vivi come se fossero proprio loro, i protagonisti delle storie,  li davanti a noi per farci rivivere gli anni della seconda guerra mondiale. E così ho scoperto che nell’ultima cisterna in fondo al tunnel vivevano più di cinquemila famiglie addossate le une alle altre in solo mezzo metro di spazio in cui facevano “tutto”, che c’era un unico cagnolino li nella cisterna usato come scusa per far scendere i bambini, che le carrozzine ritrovate nelle cavità sotterranee, erano l’unico giocattolo a disposizione dei bambini.
 
 

 

Marco ci ha fatto poi sentire il suono dell’allarme anti bomba che suonava all’improvviso, spesso di notte, durante la seconda guerra mondiale, che avvisava le persone per fare scendere nei sotterranei a ripararsi. Era questione di minuti. Molti scendevano in pigiama, scalzi…. Perché in mezz’ora potevano perdere tutto, la casa ed i loro averi! È stato davvero agghiacciante!
Ci ha fatto vedere anche un pozzo murato dall’alto, raccontandoci la vicenda di una bomba che era entrata dritto dentro un pozzo uccidendo tutte persone che si erano rifugiate li sotto. L’unico a salvarsi era stato un bambino che nella fretta di scendere a ripararsi aveva dimenticato il sul giochino e, seppur contrariato dai genitori, era risalito a prenderlo….diventando l’unico superstite della sua famiglia.
 
 
In aggiunta a queste storie tristi, però, bisogna dire che il Tunnel Borbonico, insieme con le altre cavità sotterranee di Napoli, durante la seconda guerra mondiale ha salvato numerosi ebrei. Napoli, infatti, ha avuto la più bassa percentuale di ebrei deportati nei campi di concentramento.

 

Molto simpatica anche la vicenda che riguarda le auto e moto d’epoca conservate lungo il percorso del tunnel principale. Si tratta di auto e moto stoiche con motori truccati e Marco ci ha raccontato che i tedeschi, quando le hanno viste, volevano conoscere gli ingegneri che le avevano realizzate. Stentavano a crederci che non fossero opera di ingegneri ma di gente di “mezzo la strada”. Per loro un lavoro così perfetto poteva essere realizzato solo da persone con studi ingegneristici!
 
 
 
Molte auto purtroppo sono schiacciate perché negli anni ’50 il vecchio custode del tunnel, abusivamente, iniziò ad usarlo come discarica. Solo nel 2004 è iniziata l’opera di ripulitura dello stesso a cura di volontari che un po’ alla volta stanno riportando alla luce le bellezze della Napoli sotterranea. Ad oggi i percorsi praticabili del Tunnel Borbonico sono 3 e prevedono anche delle attività divertenti di climbing, rafting e speleo. A breve sarà aperto un quarto percorso, che ho avuto l’onore di vedere in anteprima grazie al Gran Tour della Campania e ArteCard e fermarmi in un’antica cisterna del ‘600, situata sotto palazzo Serra di Cassano, che è stata anche il rifugio del presidente Napolitano. Li, in perfetto stile Gran Tour, ci hanno fatto accomodare su delle sedie tutte intorno alla cisterna ed ascoltare “Caruso in marcia”, concerto ad opera di Cristina Vetrone e Eduarda Iscaro con una carrellata di canti ispirati alla grande guerra, marcette e brani strumentali con organetto e fisarmonica, sugli eventi bellici che si svolgevano in Europa, quando Caruso già viveva in America. Da Over There (George M. Choen, 1918) a Liberty Forever, (1918) eseguita ed incisa dalla Victor Military Band, una carrellata di pezzi ispirati alla I Guerra Mondiale..
Il concerto fa parte della rassegna “Omaggio a Caruso” curata da Laura Valente, nell’ambito del programma “Viaggio in Campania” sulle orme del “Gran Tour”

 

Vi informo, inoltre, che nella cisterna in cui ho assistito al concerto, dal 21 maggio ci sarà una mostra di Modigliani con opere poggiare alle pareti della cisterna.